martedì 28 febbraio 2012

Ditegli sempre si

La citazione di uno dei capolavori del Teatro di Eduardo De filippo, mi è servito per  introdurre  una nuova forma di attivismo sociale che viene denominato The yes man i due creatori del movimento sono Andy Bichlbaum e Mike Bonanno, due cittadini statunitensi.
Il primo insegna presso la Parsons, the New School for Design, il secondo  è  professore di Media Art presso il Rensslaer Polytechnic Insitute .












Utilizzano lo sberleffo e l'ironia per salvare il mondo dall' neoliberismo imperante e senza scrupoli delle più grosse multinazionali.
La loro mission:  "Sono i Leader e le grandi Società che hanno messo i profitti davanti a tutto il resto".
Si intrufolano negli eventi aziendali travestiti da capitani d'industria, rappresentanti delle potenti corporazioni e organizzazioni governative, come ExxonMobil, McDonald, e il US Department of Housing e dello sviluppo urbano.
Annunciano la fine della guerra in Iraq , oppure lo scioglimento dell'Organizzazione mondiale del commercio  al fine di spostare l'attenzione per aiutare i poveri del pianeta, creano una edizione alternativa al new york times, dove sono pubblicate solo buone notizie ed eticamente giuste.
Dalla loro attività è nato anche un documentario di libera distribuzione intitolato:
 The Yes Man Fix the World (Gli Yes Men riparano il mondo).
 Divertente e sconcertante nello stesso tempo. Una risata li seppellirà...




martedì 21 febbraio 2012

The Dark side of Veltroni Walter

Walter Veltroni,nato a Roma, 3 luglio 1955, figlio di Vittorio Veltroni, radiocronista EIAR e poi dirigente della RAI, scomparso quando Walter aveva un anno. Sua madre, Ivanka Kotnik, era figlia dello sloveno Ciril Kotnik, ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso la Santa Sede, che dopo l'armistizio del 1943 aiutò numerosi ebrei romani a scappare dalla persecuzione nazifascista. Si avvicinò, come il padre, al mondo del cinema dopo la bocciatura in prima superiore, e successivamente maturò le prime esperienze politiche. Walter Veltroni ha conseguito nel 1973 il diploma di istruzione secondaria superiore rilasciato dall'Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione.
Ha cominciato a dedicarsi all'attività politica come segretario della cellula della Fgci, l'organizzazione giovanile del partito comunista, ai tempi della scuola e nel 1976, a ventuno anni, è stato eletto consigliere comunale di Roma nelle liste del PCI, mantenendo questa carica fino al 1981. Nel 1987 è stato eletto per la prima volta deputato nazionale. Un anno dopo è entrato nel comitato centrale del PCI, ed in questa veste si è dichiarato favorevole alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto e alla nascita del Partito Democratico della Sinistra. Nel 1992, nonostante all'epoca fosse soltanto giornalista pubblicista, è stato nominato direttore de L'Unità, dove ha svolto la pratica che gli ha consentito di accedere agli esami da giornalista professionista, superati il 12 luglio 1995. Quando era direttore dell'Unità il giornale fu rilanciato con grandi novità: la pubblicazione in allegato di libri e videocassette per la prima volta con continuità tra i quotidiani italiani e la "divisione" del giornale in due dorsi, con "l'Unità due" che si occupava approfonditamente di cultura e società. Negli anni della sua direzione l'Unità ha riscosso un incremento di vendite passando dalle 117.000 copie del 1992 alle 151.000 del 1995.
 Nel 1996 Romano Prodi lo chiamò a condividere la leadership de l'Ulivo e, dopo la vittoria della coalizione di Centrosinistra, divenne vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Beni Culturali e ambientali con l'incarico per lo spettacolo e lo sport. Si impegnò per i restauri e le riaperture di importanti monumenti nazionali come la Galleria Borghese, Palazzo Altemps e Palazzo Massimo a Roma, la reggia di Venaria in Piemonte. Varò il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del Lotto per finanziare il restauro dei beni culturali, lanciò i musei aperti anche la sera. 
Nel 1998, dopo la caduta del governo Prodi, tornò a concentrarsi sul partito, che, in seguito alla confluenza nel partito di formazioni di varia ispirazione, laiche e cattoliche (Sinistra repubblicana, Cristiano Sociali, Comunisti unitari, Laburisti) si era trasformato in DS, ovvero Democratici di Sinistra. Sotto la sua guida, i DS arrivano al minimo storico, con il 16,6% dei voti alle Elezioni Politiche del 2001 (5 anni prima il PDS da solo era al 21%). Si dimette dalla segreteria (anche a causa dell'elezione a Sindaco di Roma) e nell'autunno del 2001 viene sostituito da Piero Fassino (fonte:wikipedia).
A qualcuno può sembrare  strano leggendo il suo curriculum, che il sig. Veltroni a distanza di alcuni anni ci stupisca con dichiarazioni che contraddicono la sua "militanza" e formazione in ambienti cosidetti di "sinistra" come FIGC e PCI, ma sentite alcune sue esternazioni nel corso del tempo, non c'è da stupirsi.
La prima più clamorosa è del  1995 dice «Si poteva stare nel Pci senza essere comunisti.  Era possible, è stato così» , oppure «non sono mai stato comunista».
Ma ci sono alcuni momenti in cui il suo intervento risulta determinante nelle questioni del nostro paese. Come spiega nel libro di Michele De Lucia "Il Baratto",Walter Veltroni, come responsabile Comunicazioni di massa del PCI e seguendo la linea del partito all'epoca, avrebbe aiutato a ratificare nel 1985 il decreto di Craxi che permetteva a Silvio Berlusconi di aggirare la decisione di tre pretori del 16 ottobre 1984 di procedere al sequestro nelle loro regioni di competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese di tre canali televisivi. Questo in cambio, di Rai 3 al PCI.
Siamo al 2012 in piena crisi del lavoro, il nostro caro Walter si pronuncia  così “Il Governo Monti fa cose di sinistra”,
“Il problema non è l’articolo 18 sul quale ho detto molto meno di quanto detto mille volte da Bersani. Il problema è il giudizio su Monti”.
E' vero che ormai esiste un appiattimento culturale, è vero che ormai anche il PD(ex PCI) da anni promuova interventi che poco hanno a che fare con il "sociale", ma questa logica dello "sputare nel piatto dove si mangia", è diventato offensivo oltremodo anche per le menti più "aperte" della sinistra, E' questo il danno che da anni questi personaggi  pepetuano a chi crede ancora che un "altro mondo sia possibile".
Allora si svestano della figura  di "promotori del bene" e tolgano la maschera una volta per tutte.
Il sig. Veltroni dichiara di essere favorevole ad nuovo governo mondiale (NWO???), non risponde ma è fortemente "imbarazzato" alla domanda di un giovane giornalista free-lance, riguardo la conoscenza del gruppo Bilderberg   (è il nome è dell’albergo dove avvenne la prima riunione) , ovvero club dei padroni del pianeta .Il club, o gruppo Bilderberg, è ignoto alla stragrande maggioranza del globo terrestre , fattore che ne determina l’influenza occulta e la manipolazione segreta di tutte le principali decisioni che governano il pianeta. Stiamo parlando di circa un centinaio di persone potenti e influentissime, politici, economisti, imprenditori e militari collocati in posti chiave e strategici, che annualmente, dal 1954, si riuniscono in piccole cittadine, lontano dagli occhi della pubblica opinione, per assumere decisioni che riguardano il destino di milioni di inconsapevoli persone. Nel corso di questi meeting (nel 2004 lorsignori si sono riuniti in Italia, a Stresa) la stampa è tenuta rigorosamente alla larga e vige per i protagonisti il divieto assoluto di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione. 
Per capirci, del Bilderberg ha fatto parte il banchiere David Rockfeller (uno dei fondatori) e ne fa tuttora parte Henry Kissinger, il potentissimo segretario di stato di Richard Nixon al centro delle più inquietanti trame internazionali degli anni ’70. Kissinger, per capirci, è l’uomo del golpe cileno e dello scandalo Watergate. Ma senza andare a ritroso nel tempo, e per restare a casa nostra, nel Bilderberg troviamo le tracce dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, del neopresidente della BCE, Mario Draghi, del pupillo di casa Agnelli, John Elkan, del numero uno di Telecom Italia, Franco Bernabè, il presidente del consiglio in pectore Mario Monti, e per finire Walter Veltroni.



martedì 14 febbraio 2012

Il genocidio Siriano

In questi giorni difficili per l'Italia, che subisce un ennesimo declassamento, da parte dell' Agenzia di rating Standard&Poors, la crisi nera della Grecia, che vive un default simile all'Argentina.
In Sira si stà consumando una guerra di cui nessuno parla, ma  grazie alla rete è potuta arrivare a noi una lettera di denuncia di Khaled Khalifa, romanziere, poeta e sceneggiatore per la TV e il cinema. Nel 2008 il suo romanzo Elogio dell’odio, in Italia edito da Bompiani, è entrato a far parte della rosa dei finalisti dell’International Prize for Arabic Fiction, il più importante riconoscimento letterario nel mondo arabo. Il romanzo, censurato in patria, è stato tradotto in molte lingue.

La repressione in Siria miete ogni giorno decine di vittime innocenti: vengono uccisi anche i bambini e i feriti negli ospedali. E' un bagno di sangue ma nessun paese interviene per fermare questa strage.
 "..Non riesco a spiegare nulla di più in questi momenti cruciali, ma spero di avervi esortati a mostrare la vostra solidarietà al mio popolo con i mezzi che riterrete più opportuni. So che la scrittura è impotente e nuda di fronte al frastuono dei cannoni, dei carri armati e dei missili russi che bombardano città e civili inermi, ma non mi va che anche il vostro silenzio sia complice dello sterminio del mio popolo."., queste le parole di Khaled.
 

martedì 7 febbraio 2012

GasLand

"Non sono pessimista, ho sempre creduto che l'umanità, non si lascerà gestire nè dall' avidità nè dall' odio, troverà una soluzione senza distruggere le cose che ama".
E' la storia di Josh Fox abitante a Milanville in Pennsylvanaia, che un bel giorno si vede recapitare una lettera dalla compagnia del gas la quale informa che il suo terreno è situato sul giacimento di Marcellus, che copre Pennsylvanaia,New york,Ohio e Virgina occidentale e che questo giacimento è l'Arabia Saudita del gas naturale, che potrà affittarlo a questa compagnia per 4750 dollari l'acro, circa 100.000 dollari per i suoi 39 ettari.
Josh invece di accettare il compenso, decide di andare in fondo alla cosa e armato della sua telecamera parte per un viaggio nelle diverse aree degli Stati Uniti in cui l'estrazione del gas naturale è diventato un vero business, senza nessun controllo per quanto riguarda l'impatto ambientale e le sue conseguenze future.

mercoledì 1 febbraio 2012

ACTA(Anti-Counterfeiting Trade Agreement ),il "Bavaglio Globale"

ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), o più semplicemente "accordo anti-contraffazione", è stato siglato il 26 gennaio 2012 da circa 40 stati come USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Marocco. Corea del Sud, e i 27 dell'Unione Europea, quindi anche l'Italia. Di questo ‘monstrum’ legislativo internazionale si è parlato molto poco (il testo dell’accordo è rimasto segreto per un anno e mezzo, inaccessibile perfino al Parlamento europeo) nonostante le pesanti limitazioni che, una volta in vigore, esso avrà sulla privacy e la libertà degli utenti di internet e sul diritto alla salute e al cibo: diritti fondamentali che verranno sacrificati in nome della tutela dei diritti d’autore e dei brevetti gestiti dalle multinazionali dell’industria musicale, cinematogarfica, farmaceutica e agroalimentare. In una parola, in nome del profitto.
Nel corso del 2009 trapelano alcune pagine importanti delle prime versioni negoziate di ACTA. Da queste, inizialmente, si evince che ACTA rappresenta un piano per consegnare, scavalcando i parlamenti nazionali dei paesi sottoscrittori, il controllo strategico dei contenuti in Internet all'industria del cinema e della musica. In ACTA vengono suggerite pene carcerarie “sufficientemente elevate da rappresentare valido deterrente” per le violazioni del copyright anche senza scopo di lucro. Si apprende inoltre nel corso dell'anno che ACTA è finalizzata ad imporre un controllo forzato sui fornitori di accesso Internet da parte dell'industria del  copyright tramite collaborazioni obbligatorie, responsabilità penale in caso di rifiuto, obbligo di intercettazione delle comunicazioni elettroniche senza mandato di un magistrato.
L’effetto dell’ACTA che tocca più da vicino i cittadini italiani ed europei riguarda la privacy e la libertà degli utenti di internet. L’accordo, infatti, rende le aziende che offrono accesso alla rete (in Italia, ad esempio, Telecom, Vodafone, Infostrada, Tiscali, Tele2, Fastweb, ecc.) legalmente responsabili per ciò che fanno i loro utenti online non di fronte alla magistratura nazionale, ma di fronte alle multinazionali titolari di diritti d’autore.
A questi soggetti privati l’ACTA riconosce il potere di agire direttamente, senza autorizzazione di un giudice, a tutela dei propri interessi commerciali, facendosi consegnare dai provider informazioni per l’identificazione dei loro utenti sospettati di violazione del copyright. In quanto legalmente corresponsabili della condotta dei loro utenti, i provider saranno spinti a monitorare preventivamente e costantemente l’attività di tutti i loro utenti.
Ricorrendo a sistemi di filtraggio degni delle peggiori dittature, le aziende che offrono accesso alla rete si trasformeranno così in poliziotti del web al sevizio delle multinazionali titolari dei diritti, censurando le proprie reti per evitare guai legali, con evidenti conseguenze sulla riservatezza e la libertà di espressione degli utenti.
Non è un caso che, in coincidenza con la firma di Tokyo, il relatore dell’Acta per il Parlamento europeo, l’europarlamentare socialista francese Kader Arif, si sia clamorosamente dissociato e dimesso dal suo incarico, “allertando l’opinione pubblica” e denunciando “nel modo più vivo” la “mancanza di trasparenza nei negoziati” che hanno portato a un accordo che “può avere grosse conseguenze sulla vita dei nostri concittadini” e che “pone problemi per l’impatto sulle libertà civili, per le responsabilità che si fanno gravare sui provider, per le conseguenze che avrà sulla fabbricazione di medicinali generici”.



 
fonte :