mercoledì 5 giugno 2013

La misteriosa morte di Rino Gaetano

Trentadue  anni senza sapere perché quell’ambulanza che trasportava Rino Gaetano non trovò mai un ospedale pronto a soccorrerlo.
La notte del 2 giugno del 1981 alle prime ore dell’alba, infatti, la Volvo 343 guidata proprio dal cantautore crotonese si schianta contro un camion sulla Nomentana a Roma, all'altezza di via XXI
Aprile, poco prima di arrivare a casa sua (abitava con i genitori, portinai di un palazzo).
L’impatto è tremendo. Subito arriva l’ambulanza che cerca di trasportare il cantante in ospedale. 
Ma, inspiegabilmente, cinque nosocomi ne rifiutano il ricovero.
Gaetano arriva al Gemelli di Roma, ma ormai è troppo tardi. Muore appena 31enne.
Eppure la sua tragica morte era stata descritta dallo stesso cantautore in una sua lirica, mai apparsa in alcun disco e riconducibile al periodo del cosiddetto Folkstudio.
Stiamo parlando de "La ballata di Renzo", che racconta la storia di un giovane che, a seguito di un incidente d’auto, non riesce a trovare un ospedale per il ricovero.
E la sorte fu ancora più cattiva con lui. Ben tre dei cinque ospedali che rifiutarono di prestargli soccorso sono citati nel testo della canzone. Una coincidenza agghiacciante acuita dal fatto che di li a poco avrebbe sposato la sua fidanzata «Ameliuzza», la studentessa universitaria a cui era legato da tempo.
IL TESTAMENTO
Oltre a un grande vuoto Rino Gaetano lascia un’enorme eredità culturale. Le sue canzoni sono ancora tutte attualissime e ancora rivisitate dai molti interpreti.
Rino Gaetano è stato un maestro per il suo modo ironico, ma mai banale, di avvicinarsi ai piccoli e ai grandi temi della quotidianità. Difensore dei contadini del Sud Italia, dei quali si ergeva quasi a paladino, e nemico dei giochi di potere della politica. Le sue filastrocche sono uno spaccato della società che, 25 anni dopo, non è cambiata molto.
Rino Gaetano muore il 2 giugno 1981, in un incidente avvenuto alle 3,55.
Si schianta contro un camion Fiat 650 guidato da un commerciante di nome Torres, con la sua Volvo 343 targata "Roma Z40932".
Rino nelle sue canzoni metteva in musica, sia pure in forma simbolica, il modus operandi dell'organizzazione chiamata "Rosa Rossa", nata nel 1887 nell'ambito della Golden Dawn (Alba d'Oro). Nulla di strano in ciò.
I Rosacroce, compresa la Golden Dawn e la Rosa Rossa, parlano in forma simbolica. Anzi, potremmo dire che parlano da secoli solo in forma simbolica, per mezzo di messaggi veicolati nell' arte, nella letteratura, nel cinema, nell'architettura.
Nascondono significati rosacrociani le opere di Botticelli, Giorgione, Leonardo in pittura; in musica è sufficiente ricordare "Il flauto magico" di Mozart; in letteratura l'opera simbolo dei Rosacroce è La Divina Commedia che, come dice Eliphas Levi, è un'immensa allegoria rosacrociana, dove compare per la prima volta, in modo esplicito, il simbolo dei Rosacroce: la candida Rosa.
La candida Rosa è costituita dai beati, a cui Dante arriva, negli ultimi canti del Paradiso, guidato da San Bernardo (il creatore della regola templare, un ordine strettamente legato a quello dei Rosacroce).
Ed è proprio alla legge dantesca del contrappasso che si ispira la massoneria rosacrociana quando dà la morte a qualcuno.
A morire con la legge del contrappasso, nel campo artistico, ricordiamo:
- Antoine de Saint-Exupéry, che scomparve in volo, perché il suo libro "Il piccolo principe", ove lui fa riferimento ad una rosa rossa, mangiata da una pecora, narra proprio di un aviatore;
- James Dean, che morirà in una Porsche 550 che porta il numero 130, così come muore il protagonista del film "Gioventù bruciata";
- Brandon Lee, che morirà durante le riprese di un film in cui la pistola di scena, anziché essere caricata a salve, è caricata con pallottole vere; una scena che era ripresa da un film in cui aveva partecipato il padre, Bruce Lee, anche lui morto in circostanze che definire poco chiare è un eufemismo.
Rino, con le sue canzoni, fece né più né meno come fanno tutti. Espresse il suo pensiero in musica, in forma simbolica. Sono simbolicamente importanti tre canzoni, tratte dall'album "Mio fratello è figlio unico":
 Rosita, Cogli la mia rosa d'amore, Al compleanno della zia Rosina, ove sono descritti, in forma simbolica alcuni dei meccanismi operativi della Rosa Rossa
Prima coincidenza. Muore rifiutato da 5 ospedali, tra cui il San Giovanni e il San Camillo, in circostanze molto, troppo, simili, a quelle raccontate nella sua
canzone "La ballata di Renzo".
 Ne La ballata di Renzo, infatti, il protagonista muore rifiutato dagli ospedali San Camillo e San Giovanni.
Seconda coincidenza. Muore sulla Nomentana, strada che deve il suo nome alla città di Nomentum, colonia di Alba Longa.
Terza coincidenza. Si schianta contro un camion in prossimità di un platano. Il Platano è un albero associato a Venere, perché nella mitologia greca Zeus incontrava Venere sotto un platano; il pianeta Venere è associato a Lucifero, ed era anche noto come "stella del mattino", perché sorge poco prima del sole. All'alba appunto.
Tutti questi riferimenti portano alla Golden Dawn, o Alba d'Oro. Ricordiamo anche che Stella del Mattino è il nome di una filiazione della Golden Dawn, cui appartaneva il mago Aleister Crowley.
Quarta coincidenza. L'incidente avviene in una località non troppo lontana dal luogo dove era morto in circostanze analoghe Fred Buscaglione.
E ancora una volta possiamo notare una coincidenza curiosa, perché Rino aveva cantato alcuni pezzi di Buscaglione.
Non a caso un giornale intitolò il pezzo della sua morte "Rino Gaetano come Fred Buscaglione".
Fred Buscaglione muore il 3 febbraio 1960 in un incidente all'angolo tra via Paisiello e via Rossini, scontrandosi con una Lancia Esatau.
Il nome della Lancia Esatau deriva da "esagramma" e Tau (croce), due simboli fondamentali per la Golden Dawn: l'esagramma, o Stella di David, e la Tau, la 22esima lettera dell'alfabeto ebraico, che rappresenta la Croce, al cui centro c'è - nella simbologia rosacrociana - la Rosa Rossa.
Quinta coincidenza. Entrambi i cantanti muoiono all'alba.
Sesta coincidenza.
Anche il protagonista della ballata di Renzo muore all'alba, e verrà sepolto al Verano, come Rino.
Settima coincidenza. I funerali di Rino si svolgono nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
E la rosa rossa rappresenta... il cuore di Gesù.
Ottava coincidenza. L'edificio dove Rino abitava, a Crotone, si trasformò in un albergo ristorante. Il nome? La casa di Rosa.
Nona coincidenza. La Rai produce fiction su Rino Gaetano, ne stravolge vergognosamente la vita facendolo passare per un drogato, trasfigura il rapporto col padre
descrivendolo falsamente come un rapporto conflittuale, lo fa passare per un traditore incallito, solo e senza amici (mentre invece, pochi giorni dopo quel fatidico 2 giugno, si sarebbe dovuto sposare); la fiction è prodotta dalla Ciao Ragazzi, casa produttrice che ricorda molto l'acronimo rosacrociano CR, ed è realizzata da
Claudia Mori, che ha due figlie: Rosita e Rosalinda. RR.
Coincidenze, ovviamente.
Quante possibilità c'erano, statisticamente, che Rino morisse esattamente come descriveva in una sua canzone? Statisticamente: zero.
Ma alla conferenza di domani, sicuramente assisteremo a persone che daranno la colpa della morte di Rino alla malasanità.
Inoltre ricordiamoci che Rino disse “vogliono mettermi il bavaglio ma non ci riusciranno”; e disse anche che le sue canzoni sarebbero state capite un giorno, quando la gente si sarebbe domandata cosa succedeva sulla spiaggia di capocotta.
A cosa alludeva Rino?
Chi voleva mettergli il bavaglio?
E perché?
Se cantava della canzoni senza senso, perché qualcuno voleva farlo zittire?
Per gli anticomplottisti ad oltranza, si sa, Rino forse delirava (del resto non era un ubriacone, come ce lo ha presentato la fiction della RAI?)
E chissà a chi alludeva dicendo che qualcuno voleva mettergli il bavaglio.
Forse la zia rosina, che rincoglionita dagli anni, non gradiva che lui strimpellasse per casa?
O magari Gianna che, riteneva violata la sua privacy ora che Rino aveva messo in musica la sua passione per il tartufo.






fonte : paolofranceschetti.blogspot.com

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