sabato 24 novembre 2012

Cristoforo Colombo, chi era costui?


 
Da diversi decenni, studiosi anche di fama internazionale hanno attribuito la scoperta dell'America a Cristoforo Colombo di Genova, figlio di Domenico e Susanna Fontanarossa nato nel 1451.
Gli "studiosi" ritengono che Colombo fosse genovese e che, all’età di ventiquattro anni, avesse lasciato la propria città natale.
Josè Rodriguez Dos Santos, autore del romanzo" Il codice 632", basato su documenti storici autentici,  indaga gli aspetti più oscuri e controversi della figura che si trova all’origine del "nuovo Mondo": Cristoforo Colombo. 
Ci  svela una storia diversa, ricca di domande e misteri.
Perché il grande navigatore ebbe molti nomi fra cui Colom, Colón, Colona, ma non Colombo con il quale noi tuttavia lo chiamiamo?
Perché tutte le lettere che  egli indirizzò ad amici italiani sono scritte soltanto in portoghese?
Come poté sposare l’aristocratica Donna Filipa, se era davvero, come normalmente si sostiene, di modeste origini plebee
Perché mai la sua firma  cabalistica include la principale preghiera giudaica, rinnega Cristo e dice “cancellate il mio nome”?
E infine, quale ruolo ebbero i Templari nella scoperta del Nuovo Mondo?
Dos Santos è convinto di quello che dice: «Il documento relativo al Codice 632 è alla biblioteca nazionale di Lisbona e credo che possa e debba essere studiato in modo approfondito».. 
Il vero Colombo, colui che scoprì l’America, in realtà si chiamava Cristofan Colon, era uno studioso, un ammiraglio e aveva sposato una nobildonna portoghese, Felipa Moniz Perestrello, di origine italiana, e in particolare di origine piacentina. 
I genitori di donna Felipa erano piacentini e di cognome facevano Pallastrelli
Fu Colon - prosegue Dos Santos - ad arrivare in America, e non Cristoforo Colombo. Purtroppo, la gente comune ha mitizzato la figura del commerciante genovese, ma oggi possiamo, attraverso i documenti, sostenere una tesi che è destinata a far discutere, ma anche a darci nuove verità». 
Definire suggestiva l’ipotesi di Dos Santos, a più di 500 anni dalla scoperta dell’America, è quanto mai legittimo, ma egli è fermo nelle sue convinzioni: «Il figlio di Colon scrisse, a questo proposito, un libro in cui raccontava i viaggi del padre. Purtroppo, però, questo testo è andato smarrito, ma ci sono i documenti a dare la giusta credibilità a quanto sostengo. E io mi auguro che gli storici piacentini, attraverso un’approfondita analisi negli archivi della città emiliana, possano trovare riferimenti alla famiglia Pallastrelli, la cui figlia sposò Colon».


Ancor prima di Dos Satos, Vittorio Giunciuglio (autore indipendente e studioso per hobby),  ha dapprima pubblicato, nel 1991,  "I sette anni che cambiarono Genova (1097-1104) e successivamente "Un ebreo chiamato Cristoforo Colombo".
"L'America non fu scoperta per Isabella ma per il Papa ebreo genovese Innocenzo VIII - Pertanto il Papa fu avvelenato dal Cardinale Borgia - La 'Casa di Colombo' genovese fu inventata dalla massoneria nel 1812 .
 La Massoneria rubò il Banco di San Giorgio portandolo a Parigi.
 La Massoneria sabauda bidonò i genovesi al Congresso di Vienna del 1815
 - Storia mondiale della Massoneria.
 - Croce cosmica pastorale di San Giovanni Battista
 - 1119 Adottata quale simbolo dai cavalieri di Cristo europei.
 - 1418 Fondazione Accademia Navale di Sagres riservata ai Cavalieri di Cristoportoghesi.
 - 1419 In occasione del terzo centenario parte la prima missione atlantica patrocinata dalla Santa Sede (le tre caravelle porteranno la croce sulle vele.
 Una era comandata dal cavalier Bartholomeu Perestrello futuro suocero di Cristoforo Colombo).
- 1492 Il cavaliere di Cristo Colombo parte per scoprire il Nuovo Mondo con tre caravelle e relative croci rosse cosmiche".
Dopo quattro anni di approfondite ricerche condotte dalla Dott.ssa Anna Maria Salone e Antonio Calcagno si è giunti, nel 2009, alla pubblicazione dell'opera: "SVELATI I SEGRETI DI CRISTOFORO COLOMBO - Dalla nascita dell'Ammiraglio alla causa ereditaria intrapresa da Bernardo Colombo di Cogoleto -", edita dal Comune di Cogoleto.
La documentazione pubblicata nel volume contribuisce a chiarire molti aspetti delle vicende colombiane e consente di affermare che la grande impresa è stata realizzata da Cristóval Colón natural de Cugureo (Cogoleto).
Quando si è cercato di individuare le origini della famiglia ed luogo di nascita dell'Ammiraglio, non sono stati presi in alcuna considerazione documenti di straordinaria importanza che attestano, che lo scopritore è Cristoforo Colombo di Cogoleto, figlio di Domenico e Maria Giusti, nato presumibilmente nel 1436 e non l'omonimo Cristoforo di Genova.
Analizzando i due personaggi, entrambi cittadini della Repubblica di Genova vissuti nel XV secolo, si possono notare differenze sostanziali.
Dai documenti rogati a Genova e Savona negli anni, 1470 - 1473, in cui compare Cristoforo Colombo di Genova risulta che in tale periodo, all'età di 19/22 anni, è ancora sotto tutela paterna ed esercita la professione di lanaiolo, occupandosi anche sporadicamente del commercio di derrate alimentari. 
Ciò risulta chiaramente dai seguenti documenti conservati negli Archivi di Stato di Genova e Savona:
1470, ottobre 31 - Archivio di Stato di Genova - Not. Nicola Raggio, filza 2, anno 1470, n.905;
1472, marzo 20 - Archivio di Stato di Savona - Not. Lodovico Moreno, bastardello 921 - 26;
1472, agosto 26 - Archivio di Stato di Savona -Not. Tommaso Del Zocco, bastardello 1327-I, c.358v;
1473, agosto 7 - Archivio di Stato di Savona - Not. Pietro Corsaro, filza 288 - 27.  

Nulla fa pensare che lo stesso abbia mai assunto il comando di una nave oppure averne fatto parte dell'equipaggio come marinaio o assolvendo altre mansioni di bordo.

Oltre a ciò, soltanto nel 1479, all'età di circa 27 anni, nel famoso "documento Assereto", Cristoforo, testimone in una vertenza inerente una partita di zuccheri, dichiara di essere viaggiatore commerciale al servizio di mercanti genovesi stabiliti in Lisbona, dove è in procinto di tornare ed  ha soggiornato già nell'anno precedente.
 E' bene ricordare che nel documento non è indicata la paternità di Cristoforo.
Come è possibile conciliare quanto sopra con le parole scritte dall'Ammiraglio in una lettera del 1501 indirizzata ai Re Cattolici: "Muy altos Reyes de muy pequeña hedad entré en la mar navegando y lo he continuado fasta oy. La mesma arte inclina a quien le prosigue a desear de saber los secretos d'este mundo. Ya pasan de XL años que yo voy en este uso". E' evidente che colui che scrive non può essere identificato in Cristoforo Colombo, lanaiolo di Genova.Cristoforo, lo scopritore, muore a Valladolid il 20 maggio 1506. Coloro che lo conobbero ne evidenziano l'età avanzata. Secondo padre Bernáldez, cura de los Palacios, l'Ammiraglio si spegne in senectute bona de edad de 70 años, poco mas o menos.  
Cristoforo Colombo di Cogoleto, vero scopritore dell'America, risulta già assente dal natio paese dal 1452.  Il fatto è confermato da un atto di procura del 30 settembre 1452 nel quale si legge:"... Bartolomeus Columbus q. Dominici de Cogoleto suo proprio et nomine Cristoffari eius fratris absentis ...".
1452, settembre 30 - Archivio di Stato di Genova - Notai Antichi n.1584, Not. A. De Franchi. 
Da generazioni i Colombo di Cogoleto si dedicanno alla navigazione e non soltanto di piccolo cabotaggio lungo le riviere, ma bensì in tutto il Mediterraneo.
Le ricerche archivistiche effettuate nei secoli scorsi avevano già evidenziato, inutilmente, una serie di documenti di grande importanza che avvaloravano la tesi che la scoperta del nuovo continente fosse da attribuire a Cristoforo di Cogoleto.
E' chiaro che la figura dello scopritore dell' America non era un personaggio "qualunque", ed a questo punto nemmeno genovese. 
L’impresa che a noi conosciamo come la "scoperta del nuovo Mondo",venne sostenuta economicamente dal Vaticano, attraverso una compartecipazione tra Papa Innocenzo VIII e la dinastia di banchieri dei Medici, che avevano stretti rapporti commerciali e finanziari con la Santa Sede. Forse noi italiani abbiamo trovato solo ‘altro’ nel 1492, come i Greci scoprirono il loro ‘altro’ in Asia incontrando i Persiani, ed i Romani si scontrarono con il loro ‘altro’ nei barbari venuti dal nord e negli invasori venuti del sud. E forse la Spagna, più che scoprire, nascose l’America, e la scoperta di quelle terra è stata un’invasione, la conquista un genocidio, l’evangelizzazione un’oppressione culturale.
Ma Cristoforo Colombo non arrivò nemmeno per primo in America, anzi, aveva a disposizione mappe con confini e distanze approssimative. 
Nella Biblioteca Universitaria di Bologna, viene conservata una mappa realizzata da Grazioso Benincasa dieci anni prima che Colombo andasse in America e che traccia terre aldilà dell’Atlantico, Antilia e Saluaga. Tutto questo viene anche indicato nelle biblioteche Vaticane ed in alcuni appunti del diario del genovese, riguardanti merci che portava supponendo già cosa trovasse al suo arrivo.
E’ inesatta anche il 1492. Su di una mappa ottomana la data della scoperta risulta l'890 dell'Era Araba, il nostro 1485. In realtà, il 1492 è semplicemente la data della morte di Papa Innocenzo VIII, al quale si attribuisce il merito della scoperta.
Non solo. Prima degli europei, in America arrivarono gli scandinavi. Numerose testimonianze ci arrivano dai racconti di questo popolo, in cui si narra dei viaggi intrapresi, delle difficoltà e delle popolazioni incontrate nell'altro mondo. Il fatto poi che venga celebrato il Leif Ericsson Day ne è la prova, e difatti sono stati trovati insediamenti precolombiani di fattura nord europea. Sicuramente una nave di vichinghi, di navigatori norvegesi, ha raggiunto le coste nord americane attorno al decimo secolo dC.
Un altro fatto singolare riguarda è il cartografo arabo Idrisi di Cordoba, grazie il quale si ha un’ulteriore testimonianza che quelle terre erano già conosciute dagli arabi in Spagna. Guarda caso nel 1492 vennero cacciati, e pochi mesi dopo Colombo, tenuto sulle spine da una decina di anni negandogli il permesso, partì. Le caravelle erano piene di perline, questo particolare non lo ricorda nessun libro. Chi avrebbe mai potuto apprezzare doni del genere? Altro mistero. Il suo luogotenente Pinzon, prima di salpare, si recò a Roma a consultare gli archivi segreti del Vaticano, e cosa poteva cercare se non mappe? E poi la tomba di Colombo, anzi, le tombe.  La prima a Siviglia, nella Cattedrale, strana e nemmeno tenuta molto in considerazione. La seconda a Santo Domingo, di cattivo gusto, una sorta di piramide azteca. Colombo snobbato, maltrattato ed imprigionato, e poi morto, recuperato ed osannato.
In Andalusia è ancora in vita la Duchessa Rossa, ultima discendente della famiglia dei Medina Simonia. Questa donna ha passato l’intera vita a studiare e catalogare ogni scritto conservato, in spagnolo antico e latino, conducendo approfondite ricerche. Il suo archivio racconta di patate e pomodori introdotti in Spagna all’inizio del ‘400,  di dame spagnole con pappagalli, di popolazioni nere dette Indios. E così risulta che l’America era già conosciuta prima di Colombo ed era il posto dove si andava a prendere l’oro, anche se ufficialmente proveniva dall’Africa. In questi documenti si parla di viaggi di venticinque giorni durante i quali le navi facevano la traversata e si recavano in quei luoghi dove c’erano fiumi con grandi pesci, uomini di colore e grandi distese di terra, che poi sono quelli intorno alle Antille, ai Carabi ed al Brasile. Era semplicemente vietato farne menzione, vietato da chi su di queste terre aveva un’ipoteca.


Mappa precolombiana con i confini americani



Fonti e riferimenti:

1 commento:

  1. Peccato che non si attribuisca al sottoscritto la primogenitura per avere inserito Innocenzo VIII nella storia della "scoperta" e nell'aver riportato per primo l' 890 (1485) come risulta dalla carta di Piri Reis. Sono 28 anni che mi occupo di questi argomenti con ben 4 libri. Ma vedo che si continua a fare disinformazione. Giunciuglio è venuto dopo. Su altre cose che scrivo da tempo, ma non su tutte, posso essere d'accordo. Ruggero marino

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