l vescovo irlandese Malachia, nell’intorno dell’anno del signore 1140, profetizzò con una serie di brevi motti latini le successioni Papali a partire dal suo tempo.
Conosco da molto tempo questa antica storia, e lascio ai più curiosi tra voi la consultazione di questa pagina internet molto ben fatta, per conoscere i dettagli di queste sue profezie.
Fin da quando venni a conoscenza di questa successione, molto tempo fa, quello che ovviamente mi colpì subito fu la contemporaneità storica attuale delle ultime sue profezie. Ovvero, Malachia si spinge fino ad oggi, fino a questo momento, nella profetizzazione delle successioni papali attraverso brevi motti latini. E curiosamente, in qualsiasi modo noi la si voglia vedere, Joseph Ratzinger, il suo motto numero 111, è l’ultimo Papa che il vescovo irlandese tratteggia nelle sue profezie, prima che qualcosa compia il suo corso.
Entrare nella disamina del motto numero 112 non è rilevante. Quello che è rilevante, in questo momento, è la simultaneità dei Segni dei Tempi che ci stanno annunciando la fine di un’Era. Segni dei Tempi che arrivano dai quattro angoli del pianeta, da differenti punti di osservazione, eppure convergono tutti in questo momento storico meraviglioso, di grande cambiamento, in cui la Ruota sta innescando un altro giro.
Molti pionieri sono stati inviati in questo momento storico a togliere i rovi da strade dimenticate.
Esattamente in questo momento storico, la costellazione di Orione si trova nel punto di massima declinazione nell’emisfero boreale. Ovvero, per chi osserva le stelle di queste notti, la costellazione di Orione è arrivata nel momento precessionale in cui, per semplificare, culmina a sud nella sua massima altezza nel cielo. Da questo momento in avanti, comincerà di nuovo il suo lento ciclo precessionale che la riporterà a declinare sempre meno, in termini relativi, ovviamente, nella volta celeste. Appuntamento al suo minimo tra 13.000 anni circa.
Esattamente in questo momento storico, stiamo passando dall’era precessionale dei Pesci all’era precessionale dell’Acquario, momento tanto decantato da un certo tipo di letteratura fin dagli anni ’60 del secolo scorso. Ovvero, il giorno dell’equinozio di Primavera il Sole sta cominciando a sorgere con lo sfondo della costellazione dell’Acquario. Noi siamo nel momento di transito, come dire. Il momento di passaggio.
Esattamente in questo momento storico, la tradizione mesoamericana ci dice che stiamo entrando in una nuova era, l’era del Sesto Sole. In questo momento, ci troviamo proprio nel periodo di transito. Che cosa porti un’era e che cosa termini un’altra non è rilevante: è rilevante la simultaneità del periodo di transizione.
Esattamente in questo momento storico, come tutti noi ben sappiamo, e come ben sanno anche alcuni pubblicitari che con i loro spot ci mostrano con chiarezza il nostro stato di Coscienza attuale, si sta concludendo un Lungo Computo Maya, e ne sta cominciando un altro. Studiare come i Maya abbiano calcolato il tempo è affascinante, perchè in questo calcolo è sottesa una conoscenza assai approfondita di una serie di nozioni astronomiche; e sono assai interessanti anche gli aspetti prettamente numerici di questo calcolo, che alcuni studiosi di frontiera, come Maurice Cotterell, fanno risalire all’osservazione combinata del moto del Sole, della Luna, e dei pianeti osservabili ad occhio nudo. Curiosamente, il Lungo Computo Maya che sta terminando origina nel 3114 a.C., data che gli storici riconducono esattamente ( pochi anni in più o in meno è irrilevante ) all’inizio storico della antica civiltà Egizia dei Faraoni, così ricca di tesori, di creazioni magnificenti, e di profonda Saggezza.
Potremmo continuare con l’esame del periodo di Kali Yuga secondo gli induisti, e magari aggiungere il progressivo ed inspiegabile riscaldamento che sta subendo tutto il Sistema Solare da alcuni anni a questa parte; ma la sostanza non cambierebbe: stiamo transitando tra due Ere. I Respiri Cosmici stanno cambiando ritmo. Tutti i Segni dei Tempi convergono verso questa Verità.
Nel Lungo Computo delle Ere, le azioni di un singolo essere umano non hanno rilevanza.
Tuttavia, credete davvero che un Papa, ovvero la più alta autorità religiosa della Chiesa Cattolica, possa ritirarsi dal suo seggio così, soltanto perchè la sua stanchezza lo porta a ritenersi inadatto a reggere il timone della Barca di Pietro?
Ricordiamo gli ultimi anni di Vita di Giovanni Paolo II? Ricordiamo il suo aspetto fisico? Se Benedetto XVI si sente stanco e provato, quanto lo era Wojtyla nei suoi ultimi anni?
Nessun Papa hai mai lasciato il soglio pontificio in Vita. La stessa storia di Celestino V è assai controversa, e un parallelo è difficile da tracciare, visto che stiamo parlando di 800 anni fa.
Sta accadendo qualcosa, amici. Qualcosa di monumentale.
Non cercatene notizie sui giornali, o per televisione: i narcotizzati si chiedono se Ratzinger percepirà o meno un vitalizio, o che fine farà l’anello d’oro che porta al dito.
Sono i Segni dei Tempi.
fonte : www.marenectaris.net
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