mercoledì 11 settembre 2013

Come gli Spin Doctor manipolano l' informazione

Spin è il termine usato nel gioco del baseball o del cricket per indicare il moto rotatorio o effetto impresso dal lanciatore alla palla: in senso figurato significa anche "la presentazione di un’informazione in un particolare modo; una prospettiva, specialmente una favorevole". Per quanto riguarda la parola doctor, oltre al significato fondamentale di "medico" o "possessore di un dottorato universitario", essa si usa anche per indicare "una persona assunta per apportare miglioramenti o dare consigli".
A ciò va aggiunto il fatto che il verbo doctor significa anche "cambiare il contenuto o l'apparenza (di un documento o un'immagine) per ingannare; falsificare"; "alterare il contenuto (di cibi o bevande) aggiungendo ingredienti forti o dannosi"; e infine, per tornare al gergo del cricket e del baseball, "manomettere (una palla) in modo da influenzarne il volo quando viene lanciata o battuta".
Il primo spin doctor della storia è Ivy Lee (soprannominato Poison Ivy per via della sua spiccata capacità di "avvelenare" l'informazione), che nel 1906 pubblica la Dichiarazione dei principi delle pubbliche relazioni (PR). Benché ufficialmente seguisse una linea di onestà e trasparenza, è diventato famoso per aver protetto il magnate John D. Rockefeller dall'accusa di omicidio nel 1914. Rockefeller aveva infatti assoldato alcuni agenti della Guardia del Colorado per sedare uno sciopero: durante l'assalto al campo degli scioperanti rimasero uccise 20 persone.
Lee diffuse una versione modificata dei fatti per coprire Rockefeller, dando origine alle moderne tecniche di spin.
Un altro esponente di spicco dello spin è stato Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, che nel 1928 pubblica L'ingegneria del consenso, nel quale teorizza la pratica dello spin con lucida attenzione. Si distinse per la prima volta nella difesa dell'industria del tabacco nel 1929, durante la quale inventa la figura della femme fatale secondo una semplice equazione: fumo=emancipazione. Molte femministe tutt'oggi ignorano che l'ideale della  edonna fumatrice emancipata è stato creato a tavolino. Un secondo successo di Bernays fu la campagna a favore dei produttori di bacon statunitensi: le sue idee ebbero un tale successo che ancora oggi la colazione fatta con uova e pancetta è considerata un classico americano.
Bernays sviluppò e affinò la tecnica detta "della terza parte", che prevede di rilasciare notizie prodotte da enti/personalità estranee (in apparenza) alla campagna in corso, ma in realtà sapientemente "istruite" su cosa devono dire. Per ironia della sorte uno dei maggiori estimatori di Bernays fu Paul Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler, che applicò alla lettera le sue teorie per creare consenso popolare attorno al regime nazista.
I compiti dello spin doctor sono diversificati, ma tutti riconducibili ad una radice comune: "massaggiare il messaggio", cioè estrarre il meglio da qualsiasi situazione in cui sia implicato il suo committente, fornendo ai giornalisti e ai media una versione "aggiustata" di un evento-notizia in veste volta per volta di consigliere per la comunicazione, capo ufficio stampa, portavoce o campaign manager.
Lo spin doctor sa gestire una crisi con messaggi o tattiche comunicative ad hoc, specialmente nel settore della politica, nei confronti ad esempio di una decisione impopolare, correggendo e smussando eventuali incaute prese di parola del politico che assiste, e fornendo ai media (e quindi all’opinione pubblica) l’interpretazione sexed up delle esternazioni del soggetto per cui lavora, al fine di evitargli critiche o comunque commenti malevoli.
 Un'altra attività dello spin doctor è fornire notizie "informali" ai giornalisti, facendole passare per "confidenze" o facendole filtrare come notizie "anonime".
Altro compito dello spin doctor è promuovere l’immagine di un soggetto come se fosse un prodotto, utilizzando tecniche di marketing.
A volte può succedere di dover "creare" un evento che possa dare interesse e convincere l'opinione pubblica: è il news management, ovvero l'informazione gestita.
Le attività dello spin doctor, quindi, in un certo senso riassumono e per altro verso travalicano gli incarichi del tradizionale addetto stampa e del consulente d’immagine.
Questa figura è diventata talmente presente, che in Italia ormai "accompagna il politico" nel palazzo,  fin oltre la campagna elettorale, divenendo così un vero ghost man in grando di "dare in pasto" agli stessi giornalisti e quindi di rimbalzo su tutte le principali testate e reti televisive una notizia studiata a tavolino in grado di dare "reazioni controllate".
In questa intervista di Messora di Byoblu a Marcello Foa, giornalista e docente, parla di Spin Doctor, di "Frame" e delle strategie per attivare i grandi cambiamenti sociali.















fonte wikipedia
         byoblu

sabato 20 luglio 2013

Cola & Coca?

Evo Morales (ex Presidente Boliviano) ha detto molte cose che volevamo ascoltare più di cinquecento anni fa dalla bocca da un presidente boliviano. Ha detto anche cose che si ascoltarono in sordina per secoli in America Latina e ha detto finalmente cose che rivelano, e davanti al mondo, una delle cause dell'ostinata presenzia degli yankee in territorio andino e specialmente boliviano: il controllo della Coca attraverso la loro impresa della Coca Cola.
Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che utilizzano per elaborare la base della Coca Cola e che relazione hanno con la Cocaina?
Con la sua parsimonia ancestrale, Evo reclamò davanti alla stampa internazionale il trattamento speciale che danno non solo i governi andini alla commercializzazione della foglia di coca che compra la Coca Cola Internazionale, impresa emblematica dell'Imperialismo yankee, bensì di qualcosa di più profondo ed efficace nella dominazione culturale che esercita su gran parte del mondo: il modo di vita degli Stati Uniti
(E’ vero o no che non c'è migliore combinazione che un hamburger o un hot dog con dentro di tutto ed una Coca Cola ben fredda?)
Disse Evo che il commercio di detta foglia è illegale tra i paesi andini ma non per l'impresa straniera, cioè che tra i cittadini e le imprese andine non può commercializzarsi liberamente la foglia di coca, ma la Coca Cola sì può comprare la quantità che voglia in qualunque paese andino che la produca.
Oltre il dato freddo e della conclusione immediata che deriva dalla sua prima analisi, possiamo anticipare alcuna altra ipotesi che ci portano a disegnare un altro schema nella comprensione della tossicodipendenza ed il narcotraffico internazionale.
Con solamente introdurre nello schema vigente il dato che era nascosto e che ci rivelò Evo Morales si aprono nuovi punti interrogativi, sorgono nuovi sospetti e riscuotono maggiore rilevanza alcuni fatti passati sotto silenzio dagli specialisti internazionali in narcotraffico.
Primo punto interrogativo: In realtà si usa foglia di coca nella fabbricazione della Coca Cola?
Questa non è una domanda retorica o disinformata ma costituisce un punto di riflessione obbligatoria nello studio del caso, perché nell'anno 2002 la stessa impresa negò l'uso della foglia di coca nella fabbricazione del prodotto, come comproviamo leggendo l'articolo di Luís A. Gómez edito in  www.Rebelión.org,  il 27 novembre di quell'anno. In questo articolo leggiamo:
Alcuni giorni fa, il Viceministro di Difesa Sociale della Bolivia, Ernesto Justiniano,informò che il suo ufficio aveva autorizzato l'esportazione di 350 mila libbre (approssimativamente 150 tonnellate) di foglia di coca agli Stati Uniti per la fabbricazione del prodotto gassoso Coca Cola […..]”
Il fatto fu negato da un portavoce dell'impresa statunitense, consultato dal periodico messicano L'Universale martedì scorso: Karyn Dest, portavoce della Coca Cola, disse via telefonica da Atlanta che l'impresa non utilizza cocaina e che non è stata mai parte degli ingredienti della bibita (Questa risposta fu ripetuta nel dicembre del 2002 dalla rappresentante della multinazionale in Messico, Adriana Valladares).
Sorprendente questa risposta che colpisce un mito moderno: la Coca Cola non contiene coca e molto meno cocaina. Chi parlò di cocaina nella Coca Cola? Nessuno.
 Era una credenza, un mito o una trovata pubblicitaria? Ma di quello che sì si parlò fu delle foglie di coca che compra a mucchi la multinazionale ed il portavoce fu evasivo o fu un Lapsus linguae?
Buon portavoce. Interessante verità? Ma più interessante si fa il tema quando continuiamo a leggere nell'articolo di Gómez etroviamo che:
È diventato anche pubblico che il lavoro di Albo Export, un'impresa proprietà del
boliviano Fernando Alborta, ha esportato coca da Perù e Bolivia negli ultimi anni, e
che tra il 1997 e il 1999 mandò negli Stati Uniti un equivalente di 340 tonnellate di
foglia di coca”.
Queste operazioni di acquisto e procedimento sono severamente vigilate, in Bolivia dalla Direzione Generale di Controllo e Fiscalizzazione della Foglia di Coca (DIGECO) e negli Stati Uniti, certo, per la DEA, che perfino fornisce i magazzini con sofisticati sistemi di allarme ed i bauli speciali per conservare in New
Yersey il curioso tesoro naturale.
Ma questo non è tutto nelle contraddizioni tra i tabaccai naturali ed i suoi migliori clienti, perché nell'anno 2004, lo zar antidroga del Perù, Nils Ericsson, in un scritto edito il 26 gennaio, affermò che:
La Coca Cola, la mondialmente conosciuta fabbrica di bibite gassose, compra al Perù 115 tonnellate di foglia di coca all'anno e a Bolivia 105 tonnellate con le quali produce, senza alcaloidi, 500 milioni di bottiglie di bibitegassose al giorno” (Luís Gómez, The Narco Bulletin, 28 gennaio 2005, in www.narconews.com).
Questa cosa fa pensare all'articolista Gómez che la pressione per sradicare la coca in Perù (e completiamo noi: in tutti i paesi andini produttori) è una strategia per assicurare alla Coca Cola il monopolio della foglia di coca, non solo con l'intenzione di controllare questo mercato ma anche per monopolizzare il mercato di bibite che utilizzano foglia di coca senza alcaloidi?
 La cui fabbricazione sta fiorendo in Perù sotto le marche Vortex Coca Energy e K-Drink.
Dopo aver letto tutti gli argomenti che circondano il nostro primo punto interrogativo,una possibile risposta è la seguente: Se la Coca Cola Internazionale è la prima impresa multinazionale (di monopolio) nella commercializzazione della foglia di coca, materia prima essenziale della Cocaina, dal momento che si è avvalsa del suo status legale privilegiato nei paesi andini, ed i suoi portavoci si rifiutano di riconoscere
l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della bibita, allora questa impresa deve essere la prima sospettata nell'investigazione delle reti mondiali del narcotraffico perché Che cosa fanno con tutte quelle tonnellate di foglie di coca che comprano annualmente?
Più in là o più in qua delle domande e risposte che possono moltiplicarsi per cento, andiamo per un istante alla realtà immediata: prendiamo nella nostra mano una bottiglia di Coca Coda di 600 ml fatta in Venezuela e leggiamo quello che è scritto nell'etichetta dopo dell'identificazione dell'impresa produttrice:
Ingredienti: acqua carbonata, zucchero, caramello, acido fosforico, estratti vegetali e caffeina
Trovi lei, amico lettore, alcuna informazione che ci renda noto l'utilizzo di qualche
derivato della foglia di coca?
Quando possono volerci convincere con l'enigmatica espressione Estratti Vegetali, ma di quali vegetali si tratta e che cosa è estratto da questi vegetali?, perché se si tratta della foglia di coca che contiene vari alcaloidi, quali rifiutano e quali lasciano nella gazzosa? E se l'impresa riconoscesse che
utilizza la foglia di coca e dice che elimina tutti gli alcaloidi che cosa rimane?
La verità è che in considerazione della contraddizione evidente tra l'azione dell'impresa che compra tonnellate di foglia di coca in Bolivia, in Colombia e Perù e l'impegno dei suoi portavoci in negare l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della bibita, lo meno che possiamo fare è citarla per offerta ingannevole. Sarà
possibile che i cittadini dei paesi andini dove si vende la Coca Cola, introducano una querela (gli specialisti direbbero in quale organismo ed a che livello) per la via degli interessi diffusi? Fallita o di successo sarebbe questa un'esperienza straordinaria di pedagogia politica e di integrazione popolare.
Altri punti interrogativi sono nella nostra mente da molti anni come misteri che nessuno ha osato sviscerare perché sono protetti da norme internazionali di industria e commercio, ma oggi, grazie ai cocaleri andini come Evo Morales ed ad investigatori come Luís Gómez, sappiamo già che la gazzosa più venduta nel mondo
trattiene nella sua formula qualche derivato dalla foglia di coca e se l'impresa non lo riconosce allora deve spiegare al mondo che fa con tanta foglia di coca nei suoi depositi di Atlanta. Alcuni degli altri punti interrogativi sono:
Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che utilizzano per elaborare la
base della Coca Cola e che relazione hanno con la Cocaina?”
Questo derivato genera assuefazione nei consumatori o crea in essi le condizioni
fisiologiche per propiziare qualche tipo di assuefazione?
E se la foglia di coca diluita nella Coca Cola non genera assuefazione, allora perché tanto fracasso (legga Lei repressione, persecuzione e morte) con la sua coltivazione, procedimento e commercializzazione nei paesi andini?



fonte : http://www.prensa-latina.it/paginas/evo_morales.htm

mercoledì 5 giugno 2013

La misteriosa morte di Rino Gaetano

Trentadue  anni senza sapere perché quell’ambulanza che trasportava Rino Gaetano non trovò mai un ospedale pronto a soccorrerlo.
La notte del 2 giugno del 1981 alle prime ore dell’alba, infatti, la Volvo 343 guidata proprio dal cantautore crotonese si schianta contro un camion sulla Nomentana a Roma, all'altezza di via XXI
Aprile, poco prima di arrivare a casa sua (abitava con i genitori, portinai di un palazzo).
L’impatto è tremendo. Subito arriva l’ambulanza che cerca di trasportare il cantante in ospedale. 
Ma, inspiegabilmente, cinque nosocomi ne rifiutano il ricovero.
Gaetano arriva al Gemelli di Roma, ma ormai è troppo tardi. Muore appena 31enne.
Eppure la sua tragica morte era stata descritta dallo stesso cantautore in una sua lirica, mai apparsa in alcun disco e riconducibile al periodo del cosiddetto Folkstudio.
Stiamo parlando de "La ballata di Renzo", che racconta la storia di un giovane che, a seguito di un incidente d’auto, non riesce a trovare un ospedale per il ricovero.
E la sorte fu ancora più cattiva con lui. Ben tre dei cinque ospedali che rifiutarono di prestargli soccorso sono citati nel testo della canzone. Una coincidenza agghiacciante acuita dal fatto che di li a poco avrebbe sposato la sua fidanzata «Ameliuzza», la studentessa universitaria a cui era legato da tempo.
IL TESTAMENTO
Oltre a un grande vuoto Rino Gaetano lascia un’enorme eredità culturale. Le sue canzoni sono ancora tutte attualissime e ancora rivisitate dai molti interpreti.
Rino Gaetano è stato un maestro per il suo modo ironico, ma mai banale, di avvicinarsi ai piccoli e ai grandi temi della quotidianità. Difensore dei contadini del Sud Italia, dei quali si ergeva quasi a paladino, e nemico dei giochi di potere della politica. Le sue filastrocche sono uno spaccato della società che, 25 anni dopo, non è cambiata molto.
Rino Gaetano muore il 2 giugno 1981, in un incidente avvenuto alle 3,55.
Si schianta contro un camion Fiat 650 guidato da un commerciante di nome Torres, con la sua Volvo 343 targata "Roma Z40932".
Rino nelle sue canzoni metteva in musica, sia pure in forma simbolica, il modus operandi dell'organizzazione chiamata "Rosa Rossa", nata nel 1887 nell'ambito della Golden Dawn (Alba d'Oro). Nulla di strano in ciò.
I Rosacroce, compresa la Golden Dawn e la Rosa Rossa, parlano in forma simbolica. Anzi, potremmo dire che parlano da secoli solo in forma simbolica, per mezzo di messaggi veicolati nell' arte, nella letteratura, nel cinema, nell'architettura.
Nascondono significati rosacrociani le opere di Botticelli, Giorgione, Leonardo in pittura; in musica è sufficiente ricordare "Il flauto magico" di Mozart; in letteratura l'opera simbolo dei Rosacroce è La Divina Commedia che, come dice Eliphas Levi, è un'immensa allegoria rosacrociana, dove compare per la prima volta, in modo esplicito, il simbolo dei Rosacroce: la candida Rosa.
La candida Rosa è costituita dai beati, a cui Dante arriva, negli ultimi canti del Paradiso, guidato da San Bernardo (il creatore della regola templare, un ordine strettamente legato a quello dei Rosacroce).
Ed è proprio alla legge dantesca del contrappasso che si ispira la massoneria rosacrociana quando dà la morte a qualcuno.
A morire con la legge del contrappasso, nel campo artistico, ricordiamo:
- Antoine de Saint-Exupéry, che scomparve in volo, perché il suo libro "Il piccolo principe", ove lui fa riferimento ad una rosa rossa, mangiata da una pecora, narra proprio di un aviatore;
- James Dean, che morirà in una Porsche 550 che porta il numero 130, così come muore il protagonista del film "Gioventù bruciata";
- Brandon Lee, che morirà durante le riprese di un film in cui la pistola di scena, anziché essere caricata a salve, è caricata con pallottole vere; una scena che era ripresa da un film in cui aveva partecipato il padre, Bruce Lee, anche lui morto in circostanze che definire poco chiare è un eufemismo.
Rino, con le sue canzoni, fece né più né meno come fanno tutti. Espresse il suo pensiero in musica, in forma simbolica. Sono simbolicamente importanti tre canzoni, tratte dall'album "Mio fratello è figlio unico":
 Rosita, Cogli la mia rosa d'amore, Al compleanno della zia Rosina, ove sono descritti, in forma simbolica alcuni dei meccanismi operativi della Rosa Rossa
Prima coincidenza. Muore rifiutato da 5 ospedali, tra cui il San Giovanni e il San Camillo, in circostanze molto, troppo, simili, a quelle raccontate nella sua
canzone "La ballata di Renzo".
 Ne La ballata di Renzo, infatti, il protagonista muore rifiutato dagli ospedali San Camillo e San Giovanni.
Seconda coincidenza. Muore sulla Nomentana, strada che deve il suo nome alla città di Nomentum, colonia di Alba Longa.
Terza coincidenza. Si schianta contro un camion in prossimità di un platano. Il Platano è un albero associato a Venere, perché nella mitologia greca Zeus incontrava Venere sotto un platano; il pianeta Venere è associato a Lucifero, ed era anche noto come "stella del mattino", perché sorge poco prima del sole. All'alba appunto.
Tutti questi riferimenti portano alla Golden Dawn, o Alba d'Oro. Ricordiamo anche che Stella del Mattino è il nome di una filiazione della Golden Dawn, cui appartaneva il mago Aleister Crowley.
Quarta coincidenza. L'incidente avviene in una località non troppo lontana dal luogo dove era morto in circostanze analoghe Fred Buscaglione.
E ancora una volta possiamo notare una coincidenza curiosa, perché Rino aveva cantato alcuni pezzi di Buscaglione.
Non a caso un giornale intitolò il pezzo della sua morte "Rino Gaetano come Fred Buscaglione".
Fred Buscaglione muore il 3 febbraio 1960 in un incidente all'angolo tra via Paisiello e via Rossini, scontrandosi con una Lancia Esatau.
Il nome della Lancia Esatau deriva da "esagramma" e Tau (croce), due simboli fondamentali per la Golden Dawn: l'esagramma, o Stella di David, e la Tau, la 22esima lettera dell'alfabeto ebraico, che rappresenta la Croce, al cui centro c'è - nella simbologia rosacrociana - la Rosa Rossa.
Quinta coincidenza. Entrambi i cantanti muoiono all'alba.
Sesta coincidenza.
Anche il protagonista della ballata di Renzo muore all'alba, e verrà sepolto al Verano, come Rino.
Settima coincidenza. I funerali di Rino si svolgono nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
E la rosa rossa rappresenta... il cuore di Gesù.
Ottava coincidenza. L'edificio dove Rino abitava, a Crotone, si trasformò in un albergo ristorante. Il nome? La casa di Rosa.
Nona coincidenza. La Rai produce fiction su Rino Gaetano, ne stravolge vergognosamente la vita facendolo passare per un drogato, trasfigura il rapporto col padre
descrivendolo falsamente come un rapporto conflittuale, lo fa passare per un traditore incallito, solo e senza amici (mentre invece, pochi giorni dopo quel fatidico 2 giugno, si sarebbe dovuto sposare); la fiction è prodotta dalla Ciao Ragazzi, casa produttrice che ricorda molto l'acronimo rosacrociano CR, ed è realizzata da
Claudia Mori, che ha due figlie: Rosita e Rosalinda. RR.
Coincidenze, ovviamente.
Quante possibilità c'erano, statisticamente, che Rino morisse esattamente come descriveva in una sua canzone? Statisticamente: zero.
Ma alla conferenza di domani, sicuramente assisteremo a persone che daranno la colpa della morte di Rino alla malasanità.
Inoltre ricordiamoci che Rino disse “vogliono mettermi il bavaglio ma non ci riusciranno”; e disse anche che le sue canzoni sarebbero state capite un giorno, quando la gente si sarebbe domandata cosa succedeva sulla spiaggia di capocotta.
A cosa alludeva Rino?
Chi voleva mettergli il bavaglio?
E perché?
Se cantava della canzoni senza senso, perché qualcuno voleva farlo zittire?
Per gli anticomplottisti ad oltranza, si sa, Rino forse delirava (del resto non era un ubriacone, come ce lo ha presentato la fiction della RAI?)
E chissà a chi alludeva dicendo che qualcuno voleva mettergli il bavaglio.
Forse la zia rosina, che rincoglionita dagli anni, non gradiva che lui strimpellasse per casa?
O magari Gianna che, riteneva violata la sua privacy ora che Rino aveva messo in musica la sua passione per il tartufo.






fonte : paolofranceschetti.blogspot.com

venerdì 19 aprile 2013

Loghi "oscuri"

Le grandi Aziende investono ingenti quantità di denaro in Marketing e in "Comunicazione" , per creare un Marchio efficace e riconoscibile per il suo pubblico di riferimento (target).
Esoterismo è un termine generale per indicare le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli iniziati, ai quali è affidata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto.
E' quantomeno "curioso" verificare che molti marchi appartenenti ad Aziende o multinazionali famose, utilizzino in maniera marcata la simbologia esoterica. 
Vediamo alcuni esempi:

Alfa Romeo 













Il logo ideato da Romano Cattaneo, contiene due simboli distinti ma di notevole importanza esoterica: la croce templare ed il serpente che mangia un essere umano.
La croce è un simbolo antichissimo e universale, è costituita da due segmenti posti a 90 gradi.
Essa  rientra in un simbolismo cosmico che mette in moto le valenze energetiche della Natura.
I due segmenti rappresentano le polarità dell’esistenza. Il segmento orizzontale rappresenta la polarità negativa, la materia, la superficie terrena che separa i due regni, quello infero da quello celeste ed ha una valenza passiva. Il segmento verticale, la polarità positiva, mette in comunicazione il mondo celeste con quello sotterraneo, perciò ha una valenza attiva collegando il basso con l’alto.
L’attivo che attraversa il passivo si ricollega all’idea di fecondità: Dio si unisce alla Natura per generare ciò che è.
Il "Biscione" (Drago) raffigurato,che mangiava i bambini fu insipirato, secondo una leggenda storica, dal simbolo della famiglia Visconti, presente sul portone di casa, in P.zza Castello a Milano.


F.glia- Visconti

  










ll Biscione, in questo caso, deriverebbe dalla tradizione longobarda (i Longobardi, infatti, portavano come amuleto il serpente azzurro, loro simbolo, in una borsetta appesa al collo e lo usavano come insegna militare), ,raccolta dai Visconti i quali avrebbero fatto proprio l'antico simbolo longobardo: il Biscione in campo azzurro (perché azzurro era il serpente dei Longobardi) appunto, espressione della loro potenza e delle loro ambizioni.
Il drago, simbolo araldico di fedeltà, di vigilanza e di valore militare divenne il loro emblema, mentre l'uomo (o il bambino) raffigurato tra le sue fauci rappresenterebbe i nemici dei Visconti che il Biscione è sempre pronto a distruggere. 
La sua simbologia ha origine antichissime e si ritrova anche in altre civilità precolombiane












Lo stesso simbolo lo si ritrova sul  prato davanti la casa di Silvio Berlusconi ed ha  ispirato sicuramente il logo della sua Azienda più importante : Mediaset, poichè lo stesso disegno lo si riporta in maniera "stilizzata" sul simbolo della sua rete principe, canale 5.













La simbologia usata  sembra aver assunto oggi un significato “elitario”, a causa del suo utilizzo da parte di famiglie nobili, grandi aziende ecc.

Casa Berlusconi


















Vodafone




Una delle più grandi Aziende di Telecomunicazioni  al mondo, per il suo logo addirittura riprende in maniera sorprendente una simbologia appartenente al Klu Klux Klan (la goccia di sangue).












La rappresentazione della goccia di sangue viene rappresentata come un 6 ed è ripetuta per 3 volte in maniera nascosta componendo la famosa sequenza 666, numero biblico della Bestia della Rivelazione.
Secondo gli studi di numerologia occulta esso invece rappresenterebbe l' uomo materiale guidato dai sui istinti e impulsi più bassi.
Tale sequenza viene mostrata in maniera più o meno evidente in tutte le campagne pubblicitarie.

Procter e Gamble

Man Moon













Forse questa nome non vi dice nulla, ma essa rappresenta la più grande ed importate multinazionale proprietaria dei più grandi marchi commerciali di prodotti di consumo.
Ecco alcuni suoi marchi:

P&G fu fondata nel 1837 da due europei emigrati negli USA: William Procter (1801-1884), un candelaio inglese, e James Gamble (1803-1891), un saponiere irlandese.
Dopo la sua fondazione, l'impresa è ampiamente cresciuta nel mercato dei beni di consumo, battendo ripetutamente nuove strade nel marketing. Un suo segno particolare è il marketing orientato esclusivamente sulle singole marche ("brands"), laddove l'azienda di solito resta completamente nell'ombra: per questo l'azienda è ritenuta come il pioniere o il creatore del brand management. L'utilizzo coerente della pubblicità televisiva e di quella radiofonica soprattutto nella prima metà del XX secolo, risale allo stesso modo alla P&G. Anche il termine soap opera deriva dalla strategia di marketing della P&G, consistente nello sponsorizzare e a volte nel produrre dopo gli anni trenta spettacoli radiofonici. Una rinomata produzione della P&G è la soap opera Sentieri, che conta dal 25 gennaio 1937 più di 15.000 puntate.

 La società, ha dovuto affrontare molte polemiche durante il 1980 a causa del simbolismo oscuro del suo logo.
A causa della sua cattiva reputazione, il “Man Moon” non compare più sui prodotti dell’azienda, ma è ancora presente sui certificati azionari della Procter & Gamble.
Il logo presenta una luna crescente, con un volto umano su di esso.
Nel simbolismo occulto, un volto umano su un corpo celeste si caratterizza come una divinità.
La luna è di solito raffigurata come una dea, a causa della sua natura ricettiva.
In questo caso, chi è questa misteriosa divinità maschile?
Alcuni indizi riguardanti la sua identità sono nascoste all’interno del logo. In primo luogo, potete notare che ad ogni estremità della luna vi sono due corna! Guardate sotto il volto della luna, vicino al margine del cerchio c’è un 666 invertito!
Ci sono esattamente 13 stelle del logo, un numero importante nella numerologia esoterica (soprattutto massonica).
Nella loro causa contro la Amway, la P & G ha sostenuto che le 13 stelle rappresentano le 13 colonie degli Stati Uniti.
Ci sono chiari simboli astrologici ed esoterici in questo logo, che ricordano le immagini che si trovano negli antichi libri di magia nera.
La P & G ha presentato numerose cause giudiziarie contro i suoi detrattori e, recentemente, ha vinto quella contro la Amway.

Mi sono limitato a citare solo alcuni esempi, ma nel mondo è possibile trovare evidenze in numerose aziende e/o multinazionali di successo e  in diversi personaggi pubblici.



fonti: wikipedia,
         www.crearelogo.it




venerdì 22 febbraio 2013

L' ultimo Papa

l vescovo irlandese Malachia, nell’intorno dell’anno del signore 1140, profetizzò con una serie di brevi motti latini le successioni Papali a partire dal suo tempo.

Conosco da molto tempo questa antica storia, e lascio ai più curiosi tra voi la consultazione di questa pagina internet  molto ben fatta, per conoscere i dettagli di queste sue profezie.

Fin da quando venni a conoscenza di questa successione, molto tempo fa, quello che ovviamente mi colpì subito fu la contemporaneità storica attuale delle ultime sue profezie. Ovvero, Malachia si spinge fino ad oggi, fino a questo momento, nella profetizzazione delle successioni papali attraverso brevi motti latini. E curiosamente, in qualsiasi modo noi la si voglia vedere, Joseph Ratzinger, il suo motto numero 111, è l’ultimo Papa che il vescovo irlandese tratteggia nelle sue profezie, prima che qualcosa compia il suo corso.

Entrare nella disamina del motto numero 112 non è rilevante. Quello che è rilevante, in questo momento, è la simultaneità dei Segni dei Tempi che ci stanno annunciando la fine di un’Era. Segni dei Tempi che arrivano dai quattro angoli del pianeta, da differenti punti di osservazione, eppure convergono tutti in questo momento storico meraviglioso, di grande cambiamento, in cui la Ruota sta innescando un altro giro.

Molti pionieri sono stati inviati in questo momento storico a togliere i rovi da strade dimenticate.

Esattamente in questo momento storico, la costellazione di Orione si trova nel punto di massima declinazione nell’emisfero boreale. Ovvero, per chi osserva le stelle di queste notti, la costellazione di Orione è arrivata nel momento precessionale in cui, per semplificare, culmina a sud nella sua massima altezza nel cielo. Da questo momento in avanti, comincerà di nuovo il suo lento ciclo precessionale che la riporterà a declinare sempre meno, in termini relativi, ovviamente, nella volta celeste. Appuntamento al suo minimo tra 13.000 anni circa.

Esattamente in questo momento storico, stiamo passando dall’era precessionale dei Pesci all’era precessionale dell’Acquario, momento tanto decantato da un certo tipo di letteratura fin dagli anni ’60 del secolo scorso. Ovvero, il giorno dell’equinozio di Primavera il Sole sta cominciando a sorgere con lo sfondo della costellazione dell’Acquario. Noi siamo nel momento di transito, come dire. Il momento di passaggio.

Esattamente in questo momento storico, la tradizione mesoamericana ci dice che stiamo entrando in una nuova era, l’era del Sesto Sole. In questo momento, ci troviamo proprio nel periodo di transito. Che cosa porti un’era e che cosa termini un’altra non è rilevante: è rilevante la simultaneità del periodo di transizione.

Esattamente in questo momento storico, come tutti noi ben sappiamo, e come ben sanno anche alcuni pubblicitari che con i loro spot ci mostrano con chiarezza il nostro stato di Coscienza attuale, si sta concludendo un Lungo Computo Maya, e ne sta cominciando un altro. Studiare come i Maya abbiano calcolato il tempo è affascinante, perchè in questo calcolo è sottesa una conoscenza assai approfondita di una serie di nozioni astronomiche; e sono assai interessanti anche gli aspetti prettamente numerici di questo calcolo, che alcuni studiosi di frontiera, come Maurice Cotterell, fanno risalire all’osservazione combinata del moto del Sole, della Luna, e dei pianeti osservabili ad occhio nudo. Curiosamente, il Lungo Computo Maya che sta terminando origina nel 3114 a.C., data che gli storici riconducono esattamente ( pochi anni in più o in meno è irrilevante ) all’inizio storico della antica civiltà Egizia dei Faraoni, così ricca di tesori, di creazioni magnificenti, e di profonda Saggezza.

Potremmo continuare con l’esame del periodo di Kali Yuga secondo gli induisti, e magari aggiungere il progressivo ed inspiegabile riscaldamento che sta subendo tutto il Sistema Solare da alcuni anni a questa parte; ma la sostanza non cambierebbe: stiamo transitando tra due Ere. I Respiri Cosmici stanno cambiando ritmo. Tutti i Segni dei Tempi convergono verso questa Verità.

Nel Lungo Computo delle Ere, le azioni di un singolo essere umano non hanno rilevanza.

Tuttavia, credete davvero che un Papa, ovvero la più alta autorità religiosa della Chiesa Cattolica, possa ritirarsi dal suo seggio così, soltanto perchè la sua stanchezza lo porta a ritenersi inadatto a reggere il timone della Barca di Pietro?

Ricordiamo gli ultimi anni di Vita di Giovanni Paolo II? Ricordiamo il suo aspetto fisico? Se Benedetto XVI si sente stanco e provato, quanto lo era Wojtyla nei suoi ultimi anni?

Nessun Papa hai mai lasciato il soglio pontificio in Vita. La stessa storia di Celestino V è assai controversa, e un parallelo è difficile da tracciare, visto che stiamo parlando di 800 anni fa.

Sta accadendo qualcosa, amici. Qualcosa di monumentale.
Non cercatene notizie sui giornali, o per televisione: i narcotizzati si chiedono se Ratzinger percepirà o meno un vitalizio, o che fine farà l’anello d’oro che porta al dito.

Sono i Segni dei Tempi.





fonte : www.marenectaris.net

sabato 24 novembre 2012

Cristoforo Colombo, chi era costui?


 
Da diversi decenni, studiosi anche di fama internazionale hanno attribuito la scoperta dell'America a Cristoforo Colombo di Genova, figlio di Domenico e Susanna Fontanarossa nato nel 1451.
Gli "studiosi" ritengono che Colombo fosse genovese e che, all’età di ventiquattro anni, avesse lasciato la propria città natale.
Josè Rodriguez Dos Santos, autore del romanzo" Il codice 632", basato su documenti storici autentici,  indaga gli aspetti più oscuri e controversi della figura che si trova all’origine del "nuovo Mondo": Cristoforo Colombo. 
Ci  svela una storia diversa, ricca di domande e misteri.
Perché il grande navigatore ebbe molti nomi fra cui Colom, Colón, Colona, ma non Colombo con il quale noi tuttavia lo chiamiamo?
Perché tutte le lettere che  egli indirizzò ad amici italiani sono scritte soltanto in portoghese?
Come poté sposare l’aristocratica Donna Filipa, se era davvero, come normalmente si sostiene, di modeste origini plebee
Perché mai la sua firma  cabalistica include la principale preghiera giudaica, rinnega Cristo e dice “cancellate il mio nome”?
E infine, quale ruolo ebbero i Templari nella scoperta del Nuovo Mondo?
Dos Santos è convinto di quello che dice: «Il documento relativo al Codice 632 è alla biblioteca nazionale di Lisbona e credo che possa e debba essere studiato in modo approfondito».. 
Il vero Colombo, colui che scoprì l’America, in realtà si chiamava Cristofan Colon, era uno studioso, un ammiraglio e aveva sposato una nobildonna portoghese, Felipa Moniz Perestrello, di origine italiana, e in particolare di origine piacentina. 
I genitori di donna Felipa erano piacentini e di cognome facevano Pallastrelli
Fu Colon - prosegue Dos Santos - ad arrivare in America, e non Cristoforo Colombo. Purtroppo, la gente comune ha mitizzato la figura del commerciante genovese, ma oggi possiamo, attraverso i documenti, sostenere una tesi che è destinata a far discutere, ma anche a darci nuove verità». 
Definire suggestiva l’ipotesi di Dos Santos, a più di 500 anni dalla scoperta dell’America, è quanto mai legittimo, ma egli è fermo nelle sue convinzioni: «Il figlio di Colon scrisse, a questo proposito, un libro in cui raccontava i viaggi del padre. Purtroppo, però, questo testo è andato smarrito, ma ci sono i documenti a dare la giusta credibilità a quanto sostengo. E io mi auguro che gli storici piacentini, attraverso un’approfondita analisi negli archivi della città emiliana, possano trovare riferimenti alla famiglia Pallastrelli, la cui figlia sposò Colon».


Ancor prima di Dos Satos, Vittorio Giunciuglio (autore indipendente e studioso per hobby),  ha dapprima pubblicato, nel 1991,  "I sette anni che cambiarono Genova (1097-1104) e successivamente "Un ebreo chiamato Cristoforo Colombo".
"L'America non fu scoperta per Isabella ma per il Papa ebreo genovese Innocenzo VIII - Pertanto il Papa fu avvelenato dal Cardinale Borgia - La 'Casa di Colombo' genovese fu inventata dalla massoneria nel 1812 .
 La Massoneria rubò il Banco di San Giorgio portandolo a Parigi.
 La Massoneria sabauda bidonò i genovesi al Congresso di Vienna del 1815
 - Storia mondiale della Massoneria.
 - Croce cosmica pastorale di San Giovanni Battista
 - 1119 Adottata quale simbolo dai cavalieri di Cristo europei.
 - 1418 Fondazione Accademia Navale di Sagres riservata ai Cavalieri di Cristoportoghesi.
 - 1419 In occasione del terzo centenario parte la prima missione atlantica patrocinata dalla Santa Sede (le tre caravelle porteranno la croce sulle vele.
 Una era comandata dal cavalier Bartholomeu Perestrello futuro suocero di Cristoforo Colombo).
- 1492 Il cavaliere di Cristo Colombo parte per scoprire il Nuovo Mondo con tre caravelle e relative croci rosse cosmiche".
Dopo quattro anni di approfondite ricerche condotte dalla Dott.ssa Anna Maria Salone e Antonio Calcagno si è giunti, nel 2009, alla pubblicazione dell'opera: "SVELATI I SEGRETI DI CRISTOFORO COLOMBO - Dalla nascita dell'Ammiraglio alla causa ereditaria intrapresa da Bernardo Colombo di Cogoleto -", edita dal Comune di Cogoleto.
La documentazione pubblicata nel volume contribuisce a chiarire molti aspetti delle vicende colombiane e consente di affermare che la grande impresa è stata realizzata da Cristóval Colón natural de Cugureo (Cogoleto).
Quando si è cercato di individuare le origini della famiglia ed luogo di nascita dell'Ammiraglio, non sono stati presi in alcuna considerazione documenti di straordinaria importanza che attestano, che lo scopritore è Cristoforo Colombo di Cogoleto, figlio di Domenico e Maria Giusti, nato presumibilmente nel 1436 e non l'omonimo Cristoforo di Genova.
Analizzando i due personaggi, entrambi cittadini della Repubblica di Genova vissuti nel XV secolo, si possono notare differenze sostanziali.
Dai documenti rogati a Genova e Savona negli anni, 1470 - 1473, in cui compare Cristoforo Colombo di Genova risulta che in tale periodo, all'età di 19/22 anni, è ancora sotto tutela paterna ed esercita la professione di lanaiolo, occupandosi anche sporadicamente del commercio di derrate alimentari. 
Ciò risulta chiaramente dai seguenti documenti conservati negli Archivi di Stato di Genova e Savona:
1470, ottobre 31 - Archivio di Stato di Genova - Not. Nicola Raggio, filza 2, anno 1470, n.905;
1472, marzo 20 - Archivio di Stato di Savona - Not. Lodovico Moreno, bastardello 921 - 26;
1472, agosto 26 - Archivio di Stato di Savona -Not. Tommaso Del Zocco, bastardello 1327-I, c.358v;
1473, agosto 7 - Archivio di Stato di Savona - Not. Pietro Corsaro, filza 288 - 27.  

Nulla fa pensare che lo stesso abbia mai assunto il comando di una nave oppure averne fatto parte dell'equipaggio come marinaio o assolvendo altre mansioni di bordo.

Oltre a ciò, soltanto nel 1479, all'età di circa 27 anni, nel famoso "documento Assereto", Cristoforo, testimone in una vertenza inerente una partita di zuccheri, dichiara di essere viaggiatore commerciale al servizio di mercanti genovesi stabiliti in Lisbona, dove è in procinto di tornare ed  ha soggiornato già nell'anno precedente.
 E' bene ricordare che nel documento non è indicata la paternità di Cristoforo.
Come è possibile conciliare quanto sopra con le parole scritte dall'Ammiraglio in una lettera del 1501 indirizzata ai Re Cattolici: "Muy altos Reyes de muy pequeña hedad entré en la mar navegando y lo he continuado fasta oy. La mesma arte inclina a quien le prosigue a desear de saber los secretos d'este mundo. Ya pasan de XL años que yo voy en este uso". E' evidente che colui che scrive non può essere identificato in Cristoforo Colombo, lanaiolo di Genova.Cristoforo, lo scopritore, muore a Valladolid il 20 maggio 1506. Coloro che lo conobbero ne evidenziano l'età avanzata. Secondo padre Bernáldez, cura de los Palacios, l'Ammiraglio si spegne in senectute bona de edad de 70 años, poco mas o menos.  
Cristoforo Colombo di Cogoleto, vero scopritore dell'America, risulta già assente dal natio paese dal 1452.  Il fatto è confermato da un atto di procura del 30 settembre 1452 nel quale si legge:"... Bartolomeus Columbus q. Dominici de Cogoleto suo proprio et nomine Cristoffari eius fratris absentis ...".
1452, settembre 30 - Archivio di Stato di Genova - Notai Antichi n.1584, Not. A. De Franchi. 
Da generazioni i Colombo di Cogoleto si dedicanno alla navigazione e non soltanto di piccolo cabotaggio lungo le riviere, ma bensì in tutto il Mediterraneo.
Le ricerche archivistiche effettuate nei secoli scorsi avevano già evidenziato, inutilmente, una serie di documenti di grande importanza che avvaloravano la tesi che la scoperta del nuovo continente fosse da attribuire a Cristoforo di Cogoleto.
E' chiaro che la figura dello scopritore dell' America non era un personaggio "qualunque", ed a questo punto nemmeno genovese. 
L’impresa che a noi conosciamo come la "scoperta del nuovo Mondo",venne sostenuta economicamente dal Vaticano, attraverso una compartecipazione tra Papa Innocenzo VIII e la dinastia di banchieri dei Medici, che avevano stretti rapporti commerciali e finanziari con la Santa Sede. Forse noi italiani abbiamo trovato solo ‘altro’ nel 1492, come i Greci scoprirono il loro ‘altro’ in Asia incontrando i Persiani, ed i Romani si scontrarono con il loro ‘altro’ nei barbari venuti dal nord e negli invasori venuti del sud. E forse la Spagna, più che scoprire, nascose l’America, e la scoperta di quelle terra è stata un’invasione, la conquista un genocidio, l’evangelizzazione un’oppressione culturale.
Ma Cristoforo Colombo non arrivò nemmeno per primo in America, anzi, aveva a disposizione mappe con confini e distanze approssimative. 
Nella Biblioteca Universitaria di Bologna, viene conservata una mappa realizzata da Grazioso Benincasa dieci anni prima che Colombo andasse in America e che traccia terre aldilà dell’Atlantico, Antilia e Saluaga. Tutto questo viene anche indicato nelle biblioteche Vaticane ed in alcuni appunti del diario del genovese, riguardanti merci che portava supponendo già cosa trovasse al suo arrivo.
E’ inesatta anche il 1492. Su di una mappa ottomana la data della scoperta risulta l'890 dell'Era Araba, il nostro 1485. In realtà, il 1492 è semplicemente la data della morte di Papa Innocenzo VIII, al quale si attribuisce il merito della scoperta.
Non solo. Prima degli europei, in America arrivarono gli scandinavi. Numerose testimonianze ci arrivano dai racconti di questo popolo, in cui si narra dei viaggi intrapresi, delle difficoltà e delle popolazioni incontrate nell'altro mondo. Il fatto poi che venga celebrato il Leif Ericsson Day ne è la prova, e difatti sono stati trovati insediamenti precolombiani di fattura nord europea. Sicuramente una nave di vichinghi, di navigatori norvegesi, ha raggiunto le coste nord americane attorno al decimo secolo dC.
Un altro fatto singolare riguarda è il cartografo arabo Idrisi di Cordoba, grazie il quale si ha un’ulteriore testimonianza che quelle terre erano già conosciute dagli arabi in Spagna. Guarda caso nel 1492 vennero cacciati, e pochi mesi dopo Colombo, tenuto sulle spine da una decina di anni negandogli il permesso, partì. Le caravelle erano piene di perline, questo particolare non lo ricorda nessun libro. Chi avrebbe mai potuto apprezzare doni del genere? Altro mistero. Il suo luogotenente Pinzon, prima di salpare, si recò a Roma a consultare gli archivi segreti del Vaticano, e cosa poteva cercare se non mappe? E poi la tomba di Colombo, anzi, le tombe.  La prima a Siviglia, nella Cattedrale, strana e nemmeno tenuta molto in considerazione. La seconda a Santo Domingo, di cattivo gusto, una sorta di piramide azteca. Colombo snobbato, maltrattato ed imprigionato, e poi morto, recuperato ed osannato.
In Andalusia è ancora in vita la Duchessa Rossa, ultima discendente della famiglia dei Medina Simonia. Questa donna ha passato l’intera vita a studiare e catalogare ogni scritto conservato, in spagnolo antico e latino, conducendo approfondite ricerche. Il suo archivio racconta di patate e pomodori introdotti in Spagna all’inizio del ‘400,  di dame spagnole con pappagalli, di popolazioni nere dette Indios. E così risulta che l’America era già conosciuta prima di Colombo ed era il posto dove si andava a prendere l’oro, anche se ufficialmente proveniva dall’Africa. In questi documenti si parla di viaggi di venticinque giorni durante i quali le navi facevano la traversata e si recavano in quei luoghi dove c’erano fiumi con grandi pesci, uomini di colore e grandi distese di terra, che poi sono quelli intorno alle Antille, ai Carabi ed al Brasile. Era semplicemente vietato farne menzione, vietato da chi su di queste terre aveva un’ipoteca.


Mappa precolombiana con i confini americani



Fonti e riferimenti:

giovedì 13 settembre 2012

I limiti della teoria evoluzionistica di Darwin


La prospettiva storica evoluzionista studia la storia dell'umanità dividendola in diversi periodi, proprio come fa con il presunto corso dell'evoluzione umana.  
Una parte importante della cronologia evoluzionista è costituita da i concetti fittizi come l' Età della Pietra, l'Età del Bronzo e l'Età del Ferro.
Poiché è questa la raffigurazione immaginaria che è presentata nelle scuole,in televisione e negli articoli di giornale, la maggior parte delle persone accetta questa raffigurazione immaginaria senza porre domande e immagina che gli esseri umani di un tempo vivessero in un'età in cui venivano usati soltanto degli strumenti di pietra primitivi e la tecnologia era sconosciuta.

Invece, quando si esaminano scoperte archeologiche e dati scientifici, emerge un'immagine molto diversa. Le tracce e i resti che sono arrivati fino ad oggi - gli strumenti, gli aghi, i frammenti di flauto, gli ornamenti e le decorazioni personali - mostrano che, in termini culturali e sociali, gli uomini hanno sempre vissuto vite civilizzate in tutti periodi della storia.


Centinaia e centinaia d'anni fa, la gente viveva nelle case, svolgeva attività agricole, si scambiava beni, produceva tessuti, mangiava, faceva visite ai parenti, si interessava della musica, dipingeva, curava i malati, compiva i propri atti di devozione e, in breve, viveva vite normali proprio come quelle che noi abbiamo oggi. Le persone che seguivano i profeti mandati da Dio arrivavano ad avere fede in Lui, l'Uno e Solo, mentre gli altri adoravano idoli. I credenti con fede in Dio obbedivano ai valori morali da Lui stabiliti, mentre gli altri compivano pratiche superstiziose e riti devianti. In tutti i tempi della storia, proprio come oggi, ci sono state persone che credevano nell'esistenza di Dio e pagani e atei.

Naturalmente, nel corso della storia, ci sono sempre stati quelli che sono vissuti in condizioni più semplici e più primitive, come pure delle società dall'esistenza più civilizzata. Ma questo in nessun modo può costituire una prova della cosiddetta evoluzione della storia, poiché ancora oggi mentre una parte del mondo lancia le navette nello spazio, in altri paesi la gente non è ancora abituata all'elettricità. Né questo significa che coloro che hanno costruito le astronavi sono mentalmente o fisicamente più avanzati - e siano più avanti nel progresso lungo la presunta strada evolutiva o siano diventati più evoluti culturalmente - né che gli altri siano più vicini al fittizio uomo-scimmia. Ciò indica solamente delle differenze tra culture e civiltà.

Gli "Evoluzionisti" Non  Spiegano Tutte le  Scoperte Archeologiche.

Alcuni esempi:
Delle pentole, un tavolo tipo e un cucchiaio che risalgono ad un periodo tra il 7.000 e l'11.000 a.C., presentano importanti informazioni sugli standard di vita della gente di quel tempo. Secondo gli evoluzionisti, le persone di quell'epoca avevano solo di recente adottato uno stile di vita organizzato e stavano appena cominciando a civilizzarsi. Invece questi materiali ci dimostrano che non mancava niente, nella cultura di queste persone e che essi vivevano un'esistenza completamente civilizzata. Proprio come noi facciamo oggi, sedevano a tavola, mangiavano usando piatti, coltelli, cucchiai e forchette, ricevevano ospiti e offrivano loro dei rinfreschi - in breve vivevano vite normali. Quando si esaminano i ritrovamenti nel loro complesso, si scopre che per sensibilità artistica, conoscenza medica, mezzi tecnici e vite quotidiane, la gente del neolitico viveva vite completamente umane, proprio come coloro prima e dopo di loro.
Questa collana di pietre e conchiglie del Tardo Neolitico rivela non solo le capacità e i gusti artistici delle persone dell'epoca, ma anche che possedevano la tecnologia necessaria per produrre questi oggetti decorativi.

 
Grani di collana di 12.000 anni
Secondo gli archeologi, queste pietre, risalenti a circa il 10.000 a.C., erano usate come grani per collane. Particolare attenzione meritano i fori perfettamente regolari in queste pietre dure, poiché per forarli devono essere stati usati degli strumenti di acciaio o ferro. 




Un bottone di 12.000 anni

Questi bottoni in osso, usati nel 10.000 a.C. circa, dimostrano che la gente dell'epoca aveva vestiti che prevedevano chiusure. Una società che usa dei bottoni deve anche avere familiarità con la cucitura, la sartoria e la tessitura.
                                         
I flauti nelle immagini hanno in media 95.000 anni. Le persone che vivevano decine di migliaia di anni fa possedevano un gusto per la cultura musicale.




   Questo punteruolo di rame, risalente al 10.000 circa a.C., è la prova che si conoscevano e si estraevano i metalli, che li si forgiava anche durante il periodo in questione. Il rame grezzo, che si trova normalmente in forma di cristalli o polvere, compare negli strati di roccia antica e dura. Qualunque società che abbia realizzato un punteruolo di rame, deve aver riconosciuto il rame grezzo, essere riuscita ad estrarlo dalla roccia e aver avuto i mezzi tecnologici per lavorarlo. Questo dimostra che costoro non erano stati affatto, di recente, dei primitivi come sostengono gli evoluzionisti.

 

Questi aghi e punteruolo, che risalgono a circa 7/8.000 anni avanti Cristo, offrono una prova importante della vita culturale delle persone dell'epoca. Le persone che usano punteruoli e aghi chiaramente conducono delle vite completamente umane e non delle esistenze animalesche come sostengono gli evoluzionisti.





1. Intarsio in pietra risalente a circa il 10.000 a.C.
2. Pestelli risalenti all'11.000 a.C.
3. Uno strumento di ossidiana che risale al 10.000 a.C.
4. Oggetti in pietra che risalgono all'11.000 a.C.
5. Manufatto in pietra risalente al periodo tra il 9.000 e il 10.000 a.C., con tracce di intarsi in malachite
6. Un intarsio in pietra con incavo che sembra un chiodo, risalente a circa il 10.000 a.C.
7. Un martello che risale al 10.000 a.C.



Questi strumenti di pietra risalgono al periodo tra il 10.000 e l'11.000 a.C.. Immaginate di voler creare uno di questi oggetti colpendoli o strofinandoli l'uno con l'altro, nel modo in cui gli evoluzionisti sostengono si facesse a quell'epoca. Provate a fare dei fori regolari come quelli della figura 4. Indipendentemente da quante volte colpirete il pezzo di pietra nella vostra mano, non riuscirete mai a fare un foro così preciso. Per farlo, avrete bisogno di usare un trapano fatto di qualche sostanza più dura, come l'acciaio.

fonte: harunyahya.org